Archivio della categoria: die Stunde der Zeit

Cassetti e sacchetti

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Porto di Catania/Molo di Levante – Cassetto protagonista degno di un equilibrista, benvenuto cilindro progettista. Urgentemente non c’è tempo, devo fare vedere alla città cosa sarà quel molo che restituirò alla libera fruizione. Settanta milioni di euro, partenza delle opere con prevista conclusione ottocento giorni. Sfiorare il sogno dell’incompiuto, tempi superati, respiro affannato. Era bellissimo in tempi non corrotti, commerciale quando sete, tabacchi e agrumi esportavamo. La città si è rimpicciolita, sicurezza racconta privazione. Zona Industriale (Pantano d’Arci) edificata sopra il letto del fiume Simeto (Mosè) occultando ciò che doveva essere, diventa oggi Deposito Logistico. Inciviltà travestita da progresso, credo siamo giunti all’ingresso. Elevarsi al Bene Comune, Salvaguardia Planetaria. Restituire Decoro al Mare, Catania è ospite degli Elementi, Oasi Playa. Economia e lavoro sono figli della bellezza, Museo dello Spazio/Luogo immaginario Ex Italcementi. (Cancello 10)

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Mondo delle fiabe e dei racconti anela al sogno, dolore di un mondo non preso in considerazione. Mi nutro nutrendo la materia di spirito, silenzio che tutto sente disegna pause sonore. (Amore incondizionato)

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I speak for myself

– Eccolo lì! Il solito sognatore di passaggio, liberiamo le piazze, e poi le macchine dove le mettiamo?

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Piazza Giovanni Verga, Fontana dei Malavoglia di Carmelo Mendola. Il Parco Ritrovato Catania

*Gentile signore, vi sono grato della vostra osservazione, credo che questa società sia arrivata ad un bivio, consapevoli di quanta ipocrisia si celebri nella parola, continuiamo a perseverare ingannandoci per decoro della decadenza. Mi perdoni, ho appena steso la biancheria, mi considero un privilegiato, il mio cortile è alto e riparato dallo smog della città. Quando raramente prendo la macchina, a volte capita che inevitabilmente venga risucchiato in un ingorgo della piccola metropoli, vedo le macchine incollate l’una con l’altra, resto sempre ad un margine di distanza, l’aria la sento irrespirabile. Rallentare la marcia, siamo sotto scacco mentre affonda un tempo. Predisporsi per il nuovo credo sia decoro, restituire contenuto alla parola credo possa chiamare perdono. Mamma mi porti al parco, è più facile imbucarsi nella sterilità di un centro commerciale che godere del dono. Alla bellezza è stata riservata salvezza. Realtà, presente dinanzi gli occhi di tutti, scorgerla, soluzione risiede. Il Pianeta ha bisogno d’amore, la Vita ha bisogno nutrimento, la Verità azioni che risveglino le coscienze. Il peso di una foglia, la lacrima di un’alba, luce trapassa le braccia di un albero. Separarsi da ciò che era, tornare a ciò che è. Non tollero suoni molesti dentro casa, la formattazione commerciale ha reso voci sterili, prive di qualsiasi emozione, precostruite. Mi piace il silenzio è fatto di molti suoni. Autenticità, un romanzo segreto respira nel buio del nostro sapere, fargli prendere luce, sorridere ad ogni incontro.

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– Scusi, ma cosa c’entra con le macchine? Era stato previsto un posteggio sotterraneo, ma poi non se ne fece niente! *Si, ne ho sentito parlare! Credo che in questa martoriata terra, ci sia rimasto poco da perforare, scavare, profanare pietra. Quando incominciarono i lavori della metropolitana, ricordo come ieri le scosse, il tremolio delle fondamenta del palazzo, si fecero presenti molte crepe nei pilastri, ma era più forte il potere di quell’artificio, la civiltà metropolitana. Bisogna fermarsi, comprendere cosa sia rimasto di ciò che doveva essere, preservare il presente da un futuro grigio e ammalato. (Parlo da solo)

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Respiro Viscerale Pianeta Rallentare la Marcia

Sogno la Playa possa divenire Oasi. Museo del Mare e dello Spazio. Ambasciata Planetaria Rispetto Pianeta.