Archivio tag: arte
bianco e nero
tre
Perché quando nasci sotto un vulcano dentro un’isola a tre punte, perché quando hai viaggiato trovando porte aperte ovunque, ma il tuo cuore resta ancorato al tuo primo amore, perché quando ti fermi godi, e quando corri incontri chi si è fermato per godere, perché non importa il male o il bene che hai ricevuto in quest’isola invidiata da molti, bistrattata dall’ignoranza, ma la Sicilia è una, credo sia il cuore del mondo, e merita amore, perché è mamma, e allo stesso tempo figlia, perché nonostante esca poco, e viaggio spesso, il mio mondo è quì.
ITALY NEEDS LOVE
CATANIA NEEDS LOVE
LA VERA IGNORANZA LA COMBATTE IL CUORE.
Casa nel cuore, casa nel sole, luna di miele, stelle d’argento, uomini veri, cuori che viaggiano dentro l’anima che parla
SPAZIO FLUIDO
ARS E IUS SI “MOSTRANO” IN UN’UNIONE PERFETTA.
di Loredana Maio
Ragione e sentimento, dunque, si avvalgono in un caldo abbraccio all’interno di uno dei più rinomati studi legali catanesi che, con grande lungimiranza, ha deciso di rivestire le bianche pareti di un appartamento stile liberty, dei colori e delle forme delle opere del giovane artista. Due dimensioni dell’essere umano, la fredda razionalità e la logica del lavoro, da un lato, e la religiosità che nasce dai misteri dell’esistenza, dall’altro, si fondono in un ambiente in cui ogni tela è una finestra sul mondo, l’inizio di un viaggio in una terra che non ha confini, di un percorso che ciascun essere umano sente il bisogno di solcare. L’effetto? Permeati dalla vivacità dei colori e dall’energia dei tratti, ci si sente avvolti in un armonica dimensione in cui tutto ci riconduce al vero significato dell’esistenza umana. Non poco per un ambiente in cui si è insoliti analizzare la realtà umana con gli occhi cinici della ratio. Insomma un connubio insolito, a prima vista, ma in realtà, è un esperimento di grande genialità. “Spazio Fluido” nasce proprio da un’idea dell’avvocato Gitto, che finita la ristrutturazione del suo studio, ha deciso di farne uno spazio espositivo. <<Si tratta naturalmente di un’operazione di marketing – spiega l’avvocato – ma prima di tutto, ho voluto dar vita ad un ambiente lavorativo più armonico, in cui possa esserci quel “quid pluris” per la concentrazione>>. Pare, quindi, che gli intenti dell’avvocato e di Claudio Arezzo di Trifiletti si siano congiunti. L’artista, infatti, parlando della sua arte collocata in questo insolito ambiente, si augura che la vivacità di forme e colori delle sue tele possano essere fonte di energia e di ispirazione per coloro che vi lavorano. Svolgere la propria attività lavorativa in uno spazio circondato da un’arte positiva che, nel turbinio di curve e colori forti, conduce alla scoperta degli angoli più reconditi dell’animo umano, comporterà non pochi effetti positivi sull’atmosfera che già alcuni impiegati dello studio definiscono <<conturbante, rilassante e di grande ispirazione>>. L’aspetto più interessante di questo evento, totalmente nuovo per la nostra terra, è che i quadri di Claudio Arezzo di Trifiletti rimarranno in mostra permanente all’interno dello studio che aprirà ogni giorno le sue porte al pubblico.
ISTITUTO D’ARTE – CATANIA
QUOTIDIANO DI SICLIA
30 Ottobre 2009
“Ma gli artisti non possono stare in un prefabbricato”
di Antonio Borzì
Claudio Arezzo di Trifiletti: “La struttura potrebbe attirare interessi privati”. “Quello è il loro palazzo, quella è la loro fonte di ispirazione”
CATANIA – Claudio Arezzo di Trifiletti è un artista catanese famoso in tutto il mondo per le sue opere con esposizioni in città come New York , Parigi e Roma. Gli abbiamo chiesto un parere sulla situazione dell’Istituto e dell’arte nella nostra città. “Via Crociferi non è piazza Europa, dove i giudici si possono permettere di metterla sotto sequestro, è una via di grande potenza artistica. Se una struttura come quella dell’ex Istituto d’arte non viene subito sfruttata per qualcosa, i soldi da spendere al suo interno saranno quadruplicati. Inoltre, se si dovesse applicare lo stesso metro applicato per questa vicenda allora dovrebbero essere sgomberati quasi tutti i palazzi del centro storico. Non vorrei che una struttura di tale bellezza possa attirare gli interessi di privati che, come è successo negli ultimi anni, stanno acquistando stupendi palazzi storici per far ospitare fondazioni. Non vorrei che quella struttura divenga come Catania sotterranea, che è stata chiusa e di cui non si parla da tempo. Una risorsa turistica enorme che non viene sfruttata. Non si può giocare con l’arte e adoperarla in termini così leggeri, la cultura di un popolo proviene anche dall’arte. I ragazzi che vogliono far gli artisti non si possono mettere in un prefabbricato o in un altro palazzo perché quello è il loro palazzo e quella è la loro dimensione e fonte di ispirazione. Se i ragazzi non ritornano in questa struttura per me non c’è rispetto. Non si può ragionare in questi termini con l’arte e soprattutto non si possono fare certi ragionamenti con una struttura come quella dell’ex collegio dei Gesuiti che ha una valenza storica enorme. È lodevole il comportamento dei ragazzi che hanno attuato una protesta pacifica ed erano soltanto alla ricerca di qualcuno che potesse far valere i loro diritti. Ripeto, bisogna stare attenti a questa vicenda perché non si possono spostare da una parte all’altra i ragazzi che vogliono diventare artisti. Inoltre non capisco l’utilità di una biblioteca all’interno di quella struttura che, per reggere il peso dei libri, dovrà essere sottoposta ad interventi ingenti che ne stravolgeranno l’equilibrio”.