Archivio della categoria: arte concettuale

Fare esperienza del pensiero

Normale amministrazione, grammatica follettiana

il giardino dentro il giardino grammatica follettiana

la conoscenza delle mele mezzanine living

il segreto della mela

il segreto della mela sicily contemporary artist

il giardino dentro il giardino villa bellini il segreto della mela

grammatica follettiana fare esperienza del pensiero

denti puliti Mia

Nessuna scintilla divenne fuoco, fare esperienza del pensiero. Normale amministrazione, grammatica follettiana. Le rughe della mela, Il Giardino dentro il giardino. Chi ha paura dell’intenso vive una vita solubile. Attraversando il Bardo, Franco Battiato

NO ALL’IBERNAZIONE

Mentre parte del mondo patisce la fame, la ricerca tecnologica avanza, richiedendo sempre più contributi per una ricerca folle: l’immortalità. Forse Vi sembrerà eccessivo, ma l’arte cerca di trasmettere quello che oggi è indecente per pochi…, e che domani potrà divenire indecente per molti. Quest’Opera si chiama, No all’ibernazione. Oggi ci sono molti cadaveri ibernati, ogni corpo consuma moltissima energia, quasi quanto un isolato se non di più. La cosa assai più assurda, che quest’opera mi è stata commissionata da un eremita che mi ha tradotto dei passi, di un prete che in letto di morte, ebbe come delle illuminazioni riguardo l’ibernazione, infatti vedeva questi corpi che si svegliavano senz’anima. Occhi gelidi, mostruose creature. Non è un problema di oggi, ma tra un paio d’anni vedrete che faranno un referendum anche per questa assurdità, d’altronde sotto il naso dei nostri nonni ci è stata soffiata l’acqua come bene comune, figuriamoci se già non hanno prestabilito tutto, io ho messo le mani avanti, questo per me significa fare arte, scovare e comunicare in tempi non sospetti.

NO ALL'IBERNAZIONE

NO ALL’IBERNAZIONE

STRUMENTI

STRUMENTI

 

Installation Art 2011

installattion art 2011 "claudio arezzo di trifiletti"

installattion art 2011 “claudio arezzo di trifiletti”

installattion art 2011 "claudio arezzo di trifiletti"

installattion art 2011 “claudio arezzo di trifiletti”

installattion art 2011 "claudio arezzo di trifiletti"

installattion art 2011 “claudio arezzo di trifiletti”

CATANIA 31,03,2011 Ore,01:18
La civiltà, una pillola per la notte, una per il giorno.
Un giorno se ne va
mentre i fronzoli
piantano il solito nulla.
Ma quando la primavera
si sveglia
la speranza si alza.
La Speranza di un mondo
Umano che crede
alla vita del pianeta.
Una Candela per il Giappone,
e per tutti coloro
che stanno lottando
contro il buio, si accende.
E’ notte, mentre
auguro una Buonanotte
a mia nonna,
ho paura che questa pace
che mi permette di meditare
per coloro che pace
non hanno,
possa dimenticarsi di noi,
dimenticandoci di loro.
Come una ferita
non curata
può avvelenare
l’intero corpo.
“Tutto è collegato”

casa museo sotto l'etna "catania 2011"

casa museo sotto l’etna “catania 2011”

etna 30.07.2011 "claudio arezzo di trifiletti"

etna 30.07.2011 

una candela per il giappone - claudio arezzo di trifiletti 2011

 

claudio arezzo di trifiletti 2011 - manifesto a favore di tutti i popoli che convivono con il cuore del pianeta

 manifesto a favore di tutti i popoli che convivono con il cuore del pianeta

2004 claudio arezzo di trifiletti

claudio arezzo di trifiletti 2004 paris

 paris

INSHALLAH

 

INSHALLAH

 

Accendo una lampada, sono dentro la mia stanza, mi connetto alla rete, scarico il mio sentore, non mi importa giudicare, provo dolore per la morte, sia del bianco che del nero, mi piace la rivoluzione, mi dispiace la barbarie. Chi di vita viene privato può essere martirizzato, perché non processato. Provo dolore per la guerra e le sue barriere, per le armi e le sue bandiere.
Come un bimbo, sono arruolato nell’esercito dell’Immacolato, ho peccato ed ho imparato a riflettere sul sotterrato. Da lontano vedo luoghi, che vicino mi sembrano fuochi, è arrivata la notizia, tutti insieme la leggiamo, ma se poi ci ritroviamo sempre soli rimaniamo.
Il giudizio è rinato per condannare chi carnefice vuol restare, ma il cuore ha bendato chi gli occhi non vuole usare. Per guardare c’è rimasto un imbuto di dolore, un dolore sempre nato da coloro che non hanno amato.